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In montagna con i piedi e con la testa
I testi e le figure sotto riportati sono tratti dall'opuscolo "In
montagna con i piedi e con la testa", un progetto a cura delle
province lombarde di
Brescia,
Bergamo,
Como,
Lecco
e Sondrio.
NUMERI UTILI delle 4 province lombarde (Pop-up)
I sentieri della grande storia, i trekking, le scalate, le ferrate, la
corsa in quota.
La bella stagione fornisce agli appasionati di montagna mille
possibilità di svago e divertimento.
Le montagna di Lombardia sono fra le più complete, viste in
quest'ottica.
Ma le montagne non sono un campo sportivo o una palestra, non sono un
ambiente artificiale creato e controllato dall'uomo.
Al contrario, sono un ambiente naturale e proprio per questo presentano dei
pericoli.
Attrezzature modernissime, equipaggiamento completo e preparazione personale
sono ottimi alleati nelle vostre giornate in montagna ma non possono
garantirvi la sicurezza completa.
Nulla in realtà può garantirvi la sicurezza completa.
Ma un aumento del vostro grado di sicurezza potete essere voi a definirlo,
se saprete rapportarvi in maniera opportuna con l'ambiente.
Andare per montagne non è un'attività fisica ma è
un'azione culturale.
Quelli che seguono sono solo alcuni consigli che vi possono dare una mano,
ma tutto dipenderà dalla vostra testa, oltre che da vostri piedi.
- Partiamo, anzi... no
La montagna non è un campo sportivo, ma questo non vuol dire che
non comporti degli sforzi.
Ogni escursione deve essere scelta in base al proprio grado di
allenemanto e alla propria preparazione fisica.
Non provate in montagna i vostri limiti, ma riconosceteli prima di
partire.
- Vado e torno
Un'escursione è un fatto culturale alla scoperta di un ambiente
unico per ognuno di noi.
Guardate le carte toporafiche, riconoscete quota e vegetazione,
orientatevi anche con le ombre oltre che con una bussola... allora
starete facendo della vostra gita un'attività culturale.
Seguite il segnavia, ma sappiate che potete smarrire il sentiero e non
per questo trovarvi perduti.
Se volete garantivi il pensiero di un amico, lasciate detto al rifugista
la vostra meta e l'orario di ritorno che avete previsto.
- Finalmente, che fatica
Il nostro corpo è come il motore di un'automobile, più
diesel che benzina.
I primi minuti di una gita, soprattutto se il percorso è
impegnativo, potrebbero essere molto faticosi.
Imparate a conoscervi, scoprite le vostre caratteristiche fisiche e
di avvio.
Solo così potrete, inconsciamente ma non troppo, dosare le vostre
energie senza paura di rimanere a secco.
E poi, fermatevi ogni tanto, riprendete fiato e fissate il vostro vero
record, l'unico che potete chiedere alla montagna: la bellezza
di un paesaggio inimitabile.
- Mangiare: perché no
In montagna il cibo ha un gusto diverso e un ruolo diverso rispetto a
casa.
Valutate la lunghezza della vostra gita e in base a quella, alimentatevi.
Se avete bisogno di energia subito, scegliete i carboidrati (zuccheri,
pasta, frutta e verdura).
Se avete bisogno di energia prograssiva (gite di più giorni)
possono fare al caso vostro le proteine (carne, latticini, legumi)
e i grassi (salumi, formaggi, cioccolato, burro).
Ascoltate le richieste del vostro stomaco ma assecondatele con
cognizione: piccoli apporti in montagna sono molto più utili di
grandi abbuffate.
- Bere... sempre
Sapete a cosa è dovuta la sensazione di stanchezza?
Alla diminuzione di sali minerali.
Per eliminarla basterà bere acqua in quantità ragionevoli
(una gita giornaliera, d'estate, può richiedere un apporto idrico
anche di tre litri).
Preferite un brodo caldo a una bibita fresca: è più
efficace e... "montanaro".
Una curiosità: l'alcool non serve per combattere il freddo, anzi
non darà alcun effetto in questo senso; attenzione però
al senso di euforia che provoca, potrebbe lasciarvi pochi piedi e ancora
meno testa.
- Mal di montagna
Ognuno di noi reagisce alla quota in maniera diversa, tuttavia qualche
problema fisico può cominciare a evidenziarsi sopra i 2.000 metri.
Sintomi come la nausea, la perdita di concentrazione, l'insonnia e la
grande stanchezza vi dicono che la vostra quota ideale non è
quella che avete raggiunto.
Se avete bisogno di stare sopra quella quota, dovete prendervi
più tempo e andare per gradi, permettendo ai globuli rossi di
aumentare e ossigenare sufficientemente il vostro cervello.
- Che tempo farà
Un bollettino meteo non basta in montagna.
Dopo avere visto le previsioni del tempo, consideratele semplici
indicazioni e tenetele sotto controllo alzando ogni tanto gli occhi
al cielo: è l'unico modo per evitare cattive sorprese che
sorprese non sono.
Se vi capita un temporale, tenetevi distanti da punti esposti, dove
cadono fulmini e saette e seppellite nel vostro zaino, sotto gli abiti,
tutti gli oggetti metallici che avete con voi.
- Prevedere l'imprevisto
Imprevisto in montagna può essere incontrare un camoscio, oppure
procurarsi una fastidiosa vescica.
Uno è positivo, l'altro è negativo.
Entrambi vanno però gestiti con intelligenza e relazione.
Vanno accettati.
E' più facile, quasi dovuto, nel caso del camoscio, più
difficile per la vescica.
Importante sarà non scoraggiarsi, accettare l'imprevisto, che fa
parte a pieno titolo dell'ambiente in cui siete, e usare la nostra
creatività per superarlo.
La nostra sicurezza dipende proprio dalla capacità di accettare
un imprevisto che guasta le aspettative di una giornata piacevole.
In questo caso un piccolo kit di pronto soccorso non ci rende
sicuri ma può comunque aiutarci a superare a superare qualche
difficoltà.
- Il buon osservatore è ottimo montanaro
L'unico segreto dell'andare in motagna è osservare l'ambiente
che ci circonda con tutti i nostri sensi, instaurando in questo modo
una relazione che ci aiuterà ad aumentare il livello della
nostra sicurezza.
Se così farete non darete più senso a racconti tipo
"il buio ci ha sorpreso" oppure "il temporale è
arrivato all'improvviso" perchè, notando l'ora e il colore
dell'oscurità, sarete arrivati al rifugio prima del buoi e
osservando il cielo che si faceva nuvolosa, avrete evitato di essere
colti da un temporale.
- Armadio? No, zaino
Alcuni indumenti che, andando in montagna, non trascurerei mai di
portare: berretta, guanti, occhiali e crema da sole, t-shirt e
calze di ricambio, pile, giacca leggera, pantaloni lunghi,
calzature adeguate, uno zaino, una bussola se la si sa usare, un
kit di pronto soccorso, un coltello, una fonte di fuoco, una
borraccia, viveri e una candela.
Per i più precisi, anche un pronto cucito (non si sa mai) e
la carta topografica.
- Attrezzatura, piccole istruzioni per l'uso
Lo zaino
La capienza di 40 litri è più che sufficiente, e meno
tasche e cerniere ha, più è affidabile.
Prima di partire regolate bene gli spallacci: il peso dovrebbe essere
sempre portato dal bacino e non dalle spalle.
Gli scarponi
Quando salite lascieteli pure un po' molli, ma tenendo sempre il tallone
ben inserito nella scarpa.
Quando, invece, siete in discesa stringeteli bene sull'avampiede per una
migliore aderenza.
In ogni caso, stringeteli o mollateli in base a come vi state trovando
nel cammino.
I bastoncini
Sono unicamente un aiuto per l'equilibrio e non vi privano di sforzi
fisici, anzi aumentano quelli delle braccia.
Sono comunque uno strumento molto utile, soprattutto se vi trovate con
uno zaino pesante e un fondo particolarmente sconnesso o particolarmente
in discesa.
Volare sulla neve con uno snowboard, tracciare serpentine con gli sci
ai piedi, immergersi in boschi affascinanti spingendo sui vostri sci da
fondo nel mezzo di una natura incontaminata.
Per ognuno di noi è diverso il modo di approcciarsi alla montagna,
rappresenta un fatto squisitamente peronale, fondato sulla nostra cultura
e sulle nostre esperienze.
Ciò che deve essere unico in tutti noi, invece, fondisti,
snowboarder e sciatori, deve essere la consapevolezza che - comunque
la si intenda - la montagna non è un ambiente costruito totalmente
dall'uomoe per questo presenta alcuni pericoli latenti, come ogni ambiente
naturale.
Sottoporti a dei pericoli significa correre dei rischi e non vi è
modo di eliminarli ma vi è modo ridurli.
Non ci sono segreti, regole fisse, norme di condotta o decaloghi secondo i
quali potete considerarvi totalmente sicuri, ma se vi relazionerete in modo
adeguato con l'ambiente ne riconoscerete i pericoli latenti, i conseguenti
rischi e sarete più consepevoli dei vostri punti di forza e di quelli
di debolezza.
Ricordatevi, dunque, leggendo i consigli che seguono, che si rifanno alla
legge 373 del 24 dicembre 2003, che la vera sicurezza la trovate dentro di
voi, nella vostra consapevolezza che in natura non esiste il rischio zero
o la sicurezza totale.
Siatene certi, andare in montagna è un'esperienza unica.
Diventerà ancora più piacevole se ci andrete con i piedi e
anche un po' con la... testa.
- Rispetto: la base di tutto
Quando si scia si è responsabili del proprio comportamento,
proprio come quando si guida un'automobile oppure una moto.
Ma su una pista di sci si è responsabili anche della propria
attrezzatura: controllatela bene ogni volta che la utilizzate.
Nel fondo: fate ettenzione ai bastoncini, soprattutto quando
superate.
- Velocità sì, ma controllata
Le condizione della neve, quelle del tempo, il traffico sulle piste,
le vostre capacità: la velocità e il comportamento che
tenete nella pratica dello sci dipendono da tutte queste variabili,
nessuna esclusa.
Comportarsi bene su una pista significa: non sciare a velocità
eccessiva, non intralciare gli altri, spostarsi lentamente laddove le
piste sono maggiormente intasate, essere in grado di controllarsi e
fermarsi in qualunque momento.
Nel fondo si può anche suggerire qualche piccola caduta indolore
per evitare collisioni.
- Monte e valle...
Nello sci chi sta a monte ha sempre la possibilità di scegliere
il percorso.
Ne deriva l'obbligo di tenere una traiettoria che eviti qualsiasi
interferenza con gli sciatori a valle.
Chi sta davanti a noi, nello sci, ha sempre la precedenza; chi invece
sta dietro dovrà curarsi di non intralciare chi è davanti
e mantenere una discreta distanza di sicurezza.
- Quasi quasi ... sorpasso
Non ci sono regole, se non quelle del rispetto.
Su una pista da sci non esistono le linee tratteggiate, si può
superare ovunque, a patto che la nostra manovra non intralci le
evoluzioni di chi sorpassiamo, perché più lento di noi,
oppure perché si trova momentaneamente fermo sulla pista.
Anche nel fondo, nessuno è obbligato a lasciarvi strada.
Ricordate quando sorpassate: piedi e... testa.
- Quando ci si incontra
E' indispensabile, immettendosi su una pista, verificare che questa
immissione non comporti pericoli, per voi o per gli altri.
Così, dopo ogni sosta.
Chi scia lentamente farà particolare attenzione a chi scia in
maniera più veloce.
In generale, osservate bene gli altri utenti della pista e regolatevi
di conseguenze.
Nel fondo, utilizzate sempre la pista di destra, anche a tecnica libera,
e ricordatevi che chi scende ha la precedenza su chi sale.
- Un po' di pausa
Se intendete fare una pausa, non fermatevi mai in mezzo alla pista o in
tratti di scarsa visibilità.
Se riuscite, fermatevi a bordo pista; anche quando capita qualche caduta,
raggiungete il bordo in modo da non correre rischi e non farli correre
agli altri.
Nel fondo, quando vi fermate, uscita dai binari del tracciato.
- Risalire, che fatica
Se siete costretti a risalire la pista in senso opposto a quello di
discesa, fatelo sempre a bordo del tracciato, cercando di non
intralciare chi sta scendendo.
- Piccoli suggerimenti in pista
La pista non è una strada con cartelli e divieti.
Tuttavia ci sono delle indicazioni che possono suggerire il vostro
comportamento.
Si va dalla difficoltà della pista, all'avviso di un passaggio
stretto, ad una indicazione di pericolo o momentanea chiusura.
Guardatele con attenzione e agite di conseguenza.
- Un dovere morale
In montagna, come al mare, ci si aiuta sempre.
Se vedete qualcuno in difficoltà e siete in grado di aiutarlo,
non esitate.
Non dimenticate mai che anche voi potreste avere bisogno di aiuto.
- Siete cittadini, anche su una pista
Se siete coinvolti in un incidente o se avete semplicemente assistito,
siete tenuti a fornire la vostre generalità alle forze
dell'ordine che eventualmente sono intervenute.
Anche su una pista di sci rimanete voi stessi: persone civili che vivono
in un sistema civile e in tale modo devono comportarsi.
- Attrezzatura, piccole istruzioni per l'uso
Il casco
L'utilizzo è obbligatorio per tutti coloro che hanno meno di 14
anni e praticano sci alpino e snowboard.
Il casco protettivo deve rispecchiare caratteristiche adeguate al suo
utilizzo.
Attenzione, quindi, ad acquistare un casco che abbia il contrassegno di
omologazione.
Gli sci
Ognuno di noi scia con le attrezzature che preferisce, con le quali si
sente più libero di divertirsi.
Attenzione comunque ad attrezzature troppo "rodate", che
potrebbero rivelarsi meno affidabili del previsto.
Controllate sempre, prima di partire, le condizioni dei vostri sci per
evitare cattive sorprese.
Gli scarponi
Oggi sul mercato esistono modelli di tutti i tipi.
Lo scarpone deve essere in primo luogo comodo, altrimenti vi potrebbe
procurare problemi di dolore e di freddo.
Non calzateli con calzettoni troppo spessi: se gli scarponi sono della
misura giusta anche con delle calze molto fini possono andare bene.
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